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domenica 22 aprile 2012

Dachau

Il campo di concentramento di Dachau fu il primo campo di concentramento nazista, aperto nel 1933 nei pressi della cittadina di Dachau, a nord di Monaco di Baviera, nel sud della Germania, appena un mese dopo la presa del potere di Hitler. Insieme con il campo di sterminio di Auschwitz, Dachau è, nell'immaginario collettivo, il simbolo dei campi di concentramento nazisti.

Storia

«Il campo di concentramento di Dachau fu l'unico ad esistere per tutti i 12 anni del regime nazista. Nei primi anni della dittatura fu il più grande ed il più noto dei campi di concentramento, ed il suo nome divenne ben presto sinonimo di paura e di terrore in tutta la Germania».

La Liberazione

Il 29 Aprile 1945 gli USA entrarono nel campo di Dachau. I pochi uomini delle Allgemeine SS ancora rimasti, offrirono poca resistenza. Il campo di concentramento di Dachau fu il penultimo di tutti i campi ad essere liberato, prima di Mauthausen (8 Maggio 1945). Al suo interno rimanevano ancora 32.335 prigionieri.

Le truppe americane, dopo aver liberato Dachau, marciarono verso Monaco di Baviera, a pochi chilometri di distanza, ed entrarono in città il giorno successivo. I sottocampi vennero liberati lo stesso giorno, compreso il campo di Kaufering/Landsberg, dove era rinchiuso Viktor Frankl. Anche i trasporti di prigionieri, che erano nelle vicinanze di Monaco di Baviera, vennero raggiunti e liberati come il capoluogo, il 30 Aprile. Tra i prigionieri liberati in questa occasione è da ricordare Max Mannheimer, che si trovava su un convoglio nei pressi di Seeshaupt.

Per diversi anni, dopo la liberazione, il campo venne utilizzato prima per i prigionieri tedeschi, ed al suo interno si tennero pure le sedute del tribunale militare per il processo che riguardò i crimini commessi a Dachau, ed in seguito venne usato come residenza per i rifugiati.

Il 16 Ottobre 1946 i forni crematori di Dachau vennero accesi per l'ultima volta: vennero cremati i cadaveri dei gerarchi nazisti impiccati per sentenza del Processo di Norimberga. Si ripetè la tecnica di inserimento dei corpi nei forni ma stavolta a finirci dentro furono gli stessi apostoli del Nazismo.

La vita nel campo

Al loro arrivo gli internati venivano accolti con 25 bastonate di benvenuto, ed alcuni non sopravvivevano. Le guardie poi dicevano esplicitamente loro che non avevano diritti, né onore, né difesa.

Alle delegazioni tedesche e straniere in visita al campo veniva mostrata solo parte del campo stesso, perché si voleva che se ne ricavasse l'impressione di un luogo ordinato, efficiente e moderno, e che gli internati apparissero come appartenenti ad una razza inferiore. Gli internati poi erano soggetti a lavori forzati, per la normale manutenzione prima e per il rifacimento del campo stesso a partire dal 1937.

Nel corso degli anni le condizioni di vita peggiorarono sensibilmente. Pur non essendo ufficialmente un campo di sterminio, ma semplicemente di lavoro, il numero di morti fu impressionante. Con l'introduzione delle disposizioni sull'eutanasia alcune baracche del campo, la 29 e la 30, divennero le anticamere della morte, con detenuti in cattive condizioni di vita e destinati alla soppressione ed al forno crematorio.

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