L’agro pontino
Sotto il nome
di Agro Pontino si
intende il territorio una volta noto come “Paludi Pontine” compreso fra i Monti Lepini e
gli Ausoni, il Mar Tirreno e il promontorio del Circeo. Un territorio
che si estende fin verso Roma. Il fiume Astura segna il confine tra Agro pontino e Agro Romano.
La storia
La storia del
territorio pontino è la storia della bonificazione della Palude Pontina.
Una storia
iniziata più di duemila anni fa con l'antico popolo dei Volsci e terminata nei
primi decenni del XX secolo con la cosiddetta "Bonifica Integrale".
Nel 1918 il
Genio Civile di Roma, portando a termine un completo studio organico per il
Bonificamento delle Paludi pontine, aveva diviso la zona in due grandi
comprensori
caratterizzati
dalla diversa natura geologica del terreno: quello di Bonifica di Piscinara,
tre il fiume Sisto e i Monti Lepini (poi chiamato "di Littoria" e
oggi "di Latina"; e quello di Bonificazione Pontina, tra il fiume
Sisto ed il mare.
La legge
Mussolini del 1928, redatta da Arrigo Serpieri, avvia in maniera decisiva le
fasi di trasformazione del territorio, mettendo a disposizione della bonifica
intregrale mezzi finanziari adeguati alla mole delle opere.
La prima fase dei lavori riguardava la bonifica
idraulica,
convogliando le acque di pioggia e di
sorgente del
bacino montano, che prima si rovesciavano disordinatamente nella pianura, in un
collettore di gronda, allacciante le Acque Alte, denominato canale
Mussolini; il quale
partendo
dal fosso di Sermoneta va ad immettersi nel fosso
Moscarello, sfociando quindi al mare nei
pressi di Foce Verde.
La bonifica integrale cominciò nel 1924, con
la vendita allo Stato Italiano di un territorio di 20.000 ettari circa, di proprietà della famiglia Caetani, noto come Bacino di Piscinara (corrispondente in gran
parte agli attuali territori comunali di Cisterna di Latina e Latina). Iniziarono così i primi lavori di bonifica che
avviarono la canalizzazione delle acque del bacino del fiume Astura.
Fu un'opera immensa: dal 1926 al 1937, per bonificare l'agro, furono impiegate ben 18.548.000
giornate-operaio con il lavoro di cinquantamila operai, reclutati in tutto il
Paese. Oltre al prosciugamento delle paludi, la costruzione dei canali, ci fu l'azione di disboscamento delle foreste e la costruzione dei nuovi centri, che sorgevano man mano nei
nuovi territori.
A partire dal 1926 furono risanate le paludi
pontine, con la costruzione di una rete stradale e di canali collettori, con la
sistemazione di laghi litoranei e la colmata di vaste bassure. A qualche anno di distanza,
grazie all’attività dell’Opera nazionale combattenti, fu realizzata la
colonizzazione dell’Agro Pontino da parte specialmente di famiglie immigrate
dal Veneto: nel 1942, in luogo dei tre o quattro casali abitati in permanenza e
dei lavoratori temporanei provenienti dalla regione subappenninica, che soli
avevano occupato le radure fra le paludi intorno all’antica via Appia, la zona
ospitava circa 30.000 persone.
Oggi
Adesso nella pianura bassa e umida ci sono le zone
più fertili dell’agricoltura italiana. In quest’ultimo periodo, i proprietari terrieri hanno
impiegato in maniera massiccia prima la manodopera delle mondine, degli
scariolanti, degli spalatori, pagati a giornata, poi le pompe idrovore e le
numerose macchine agricole azionate dai salariati.
La bonifica ha favorito la rinascita agricola
delle zone impaludate anche sotto questo aspetto, perché la malaria, causando
attacchi febbrili che rendono gli uomini incapaci di lavorare, è stata per
secoli la più insidiosa nemica dell’agricoltura nelle fertili
pianuredell’ambiente mediterraneo.
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